Le malattie reumatiche comprendono un ampio gruppo di disturbi che colpiscono il sistema muscolo-scheletrico, in particolare articolazioni, ossa, muscoli, ma anche altri organi e tessuti connettivi. Tra queste, l’artrite reumatoide (AR) rappresenta una delle forme più comuni e debilitanti. Si tratta di una malattia cronica, autoimmune e infiammatoria che colpisce prevalentemente le articolazioni, causando dolore, rigidità e, in alcuni casi, deformità permanenti.
Che cos’è l’artrite reumatoide?
L’artrite reumatoide è una malattia autoimmune in cui il sistema immunitario, normalmente deputato a proteggere l’organismo da agenti esterni, inizia a attaccare erroneamente i tessuti sani delle articolazioni. Questo porta a un’infiammazione persistente della membrana sinoviale, il rivestimento interno dell’articolazione, causando dolore, gonfiore e danni progressivi. Le articolazioni più comunemente colpite sono quelle delle mani, dei polsi, delle ginocchia e dei piedi, ma in alcuni casi possono essere interessati anche altri organi, come polmoni, cuore e occhi.
Eziologia e fattori di rischio
Le cause esatte dell’artrite reumatoide non sono ancora del tutto comprese, ma si ritiene che una combinazione di fattori genetici e ambientali giochi un ruolo chiave. La predisposizione genetica può aumentare il rischio, soprattutto in presenza di specifici geni, come il HLA-DR4. Tuttavia, anche fattori ambientali, come il fumo di sigaretta e infezioni virali o batteriche, possono contribuire allo sviluppo della malattia. Le donne sono più colpite degli uomini, con un rapporto di circa 3:1, e la malattia tende a manifestarsi tra i 30 e i 50 anni, sebbene possa insorgere a qualsiasi età.
Sintomi e manifestazioni cliniche
L’artrite reumatoide si presenta spesso con un esordio insidioso, caratterizzato da sintomi quali:
Dolore articolare: tipicamente bilaterale e simmetrico.
Rigidità mattutina: spesso dura più di un’ora dopo il risveglio.
Gonfiore: dovuto all’infiammazione della membrana sinoviale.
Affaticamento: legato all’infiammazione sistemica.
Deformità articolari: nei casi avanzati, le articolazioni possono perdere la loro funzionalità.
La malattia può anche manifestarsi con sintomi extra-articolari, come febbre, perdita di peso, noduli sottocutanei e coinvolgimento polmonare o cardiaco.
Diagnosi
La diagnosi si basa su una combinazione di storia clinica, esame obiettivo, analisi di laboratorio e imaging. Tra i test di laboratorio, i più utilizzati sono:
Fattore reumatoide (FR) e anticorpi anti-citrullina (ACPA): spesso presenti nei pazienti con AR.
VES e PCR: marcatori di infiammazione.
Radiografie, ecografie e risonanza magnetica possono evidenziare i danni articolari e l’infiammazione.
Trattamento
Il trattamento dell’artrite reumatoide si concentra sulla riduzione dell’infiammazione, alleviamento del dolore e prevenzione del danno articolare. Le opzioni terapeutiche includono:
Farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) e corticosteroidi per il controllo dei sintomi.
Farmaci antireumatici modificanti la malattia (DMARDs), come il metotrexato, che rallentano la progressione della malattia.
Farmaci biologici, come gli inibitori del TNF-α, per pazienti con forme severe.
Fisioterapia e terapia occupazionale per migliorare la mobilità e la qualità di vita.
Prevenzione e gestione
Sebbene l’AR non possa essere prevenuta, smettere di fumare, mantenere un peso sano e seguire una dieta equilibrata possono ridurre il rischio di complicanze. La gestione della malattia richiede un approccio multidisciplinare, coinvolgendo reumatologi, fisioterapisti e altri specialisti.
Conclusione
L’artrite reumatoide rappresenta una sfida significativa per chi ne soffre, ma i progressi nella diagnosi precoce e nei trattamenti offrono oggi prospettive migliori. Con un adeguato supporto medico e uno stile di vita sano, è possibile vivere una vita appagante nonostante la malattia.
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